CitazioneBenedetto XVI: c'è qui un odio di sé dell'occidenteNon è certo un caso, queste idee sono come dei virus inoculati in una collettività per distruggerla dall'interno. Non hanno altro senso né altro scopo, per questo devono essere rigettate senza compromessi.
Citazionequi ci sarebbe motivo per considerare la necessita di una seduta di psicanalisi "continentale"
Citazionese vuoi costruirci sopra una società' un valore un principio DEVE essere riconosciuto come dato oggettivo e permanente,Qui c'è (molto) da lavorare, sono secoli che inculcano alla gente (a cominciare dalla scuola) che le certezze sono superstizioni di una passata infanzia dell'umanità, la religione porta le guerre e le "crociate" (ne vedremo qualcuna tra non molto, temo), l'amore per il proprio Paese la "dittatura". Questo armamentario ideologico, cacciato con l'imbuto nelle teste della gente, provoca dei veri e propri blocchi nei confronti di azioni risolutive. Basta leggere i commenti ai nostri post su Facebook: "Avete ragione, ma l'umanità si è evoluta (?) e non si può tornare indietro". Chi lo dice? E se accantonando scelte sbagliate, invece di tornare indietro si andasse avanti? E' come dire ai tempi di Stalin e dei gulag: "Ora c'è L'Unione Sovietica e non si può tornare indietro".
Citazione di: Finnegan il 17 Marzo 2019, 11:30:21 AM
Questi miti illuministi-risorgimentali sono nichilisti nel fondo, spero l'umanità se ne accorga prima di esserne distrutta come da un virus.
Citazione di: Padano74 il 15 Marzo 2019, 02:13:40 PM
Gli Europei hanno un patrimonio culturale indubbiamente comune; le tre radici della civiltà europea sono:
- la culla, la civiltà greco-romana
- il sistema di valori, che discendono innegabilmente dal cristianesimo (il che vale anche per gli atei: in quali altre civiltà del mondo, o del passato, la solidarietà è un valore, ad esempio?)
- l'illuminismo, che ha esteso e integrato i valori cristiani (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza; quest'ultimo, che deriva in toto dal principio di Carità cristiana)
Al contrario, una delle più curiose "invenzioni" della civiltà europea è stata devastante: il nazionalismo.
Esso mette al centro dell'identità la "lingua": il che è abbastanza singolare, in quanto non sarebbe qualitativamente diverso basare l'identità "tribale" (nazionale) su, che so, la gastronomia.
Lo sviluppo degli Stati nazionali ha comportato il ricorso alla violenza "totale" a due livelli: locale, con la negazione e, talvolta, la distruzione fisica delle comunità locali, e globale, con l'affermarsi di un nazionalismo basato sull'esaltazione delle differenze, il che comporterà sistematicamente un atteggiamento aggressivo verso le altre nazioni.
Nel caso dell'Italia, l'esperimento è stato decisamente artificioso per le seguenti ragioni:
- Nel Sud, si era già sviluppato (per iniziativa, anche qui, esogena: i Normanni) uno Stato nazionale fin dall'XI secolo, il che ha prodotto effettivamente (con l'eccezione della Sicilia) un'identità comune (un calabrese e un pugliese si riconoscono come "affini" molto più di un piemontese e un veneto)
- Nel Nord-Est, Venezia consolidò un piccolo impero talassocratico (e, quindi, con finalità essenzialmente economiche): il che ne faceva per definizione un'entità "sovranazionale", dove si fondevano le identità latina, greca, slava
- L'unificazione forzosa operata dai Savoia nel 1859/60, senza il coinvolgimento delle istanze locali (Veneto e Lombardia, in cui mancò totalmente quella partecipazione popolare che pure era stata fortissima solo dieci anni prima) o, addirittura, contro le stesse (l'insurrezione del Meridione nota come "Brigantaggio") si raffigurò come mero disegno "imperialistico" della dinastia (la quale, a dispetto della retorica ancora diffusa "del piemontesismo" postunitario dimostrò, "democraticamente", di non fare alcuna distinzione tra vecchi e nuovi sudditi, massacrando i dissenzienti indifferentemente a Bronte nel 1860, a Torino nel '64 o a Milano nel '98)
L'artificiosità del processo ebbe il suo culmine con la promozione di una lingua locale (la più elegante a livello letterario, il volgare fiorentino) a lingua nazionale, e la retrocessione di tutte le altre a "dialetti".
Si è parlato a lungo della natura della costruzione statuale italiana, evidenziandone l'origine nei disegni massonici britannici, volti a ridimensionare il potere dell'Impero asburgico. Ipotesi senz'altro fondata, ma è indubbio che l'esperimento si basava su una motivazione sicuramente solida, ma che non viene notata dagli stessi storici: dal 1494 al 1800 la penisola, e in primis la pianura padana, è una facile destinazione per le scampagnate militari francesi e ispano/asburgiche (un po' come accade nel "Paese parallelo", la Germania); la costruzione di uno Stato unitario determina il riempimento di quel vuoto di potere che attraeva le mire dei potenti vicini.
Ma l'inesistenza di una reale identità culturale-nazionale porterà alla (inevitabile?) identificazione (a partire dall'affermazione, nel 1876, della Sinistra Storica, in quanto non legata, a differenza della Destra liberale, all'ambiente piemontese) dello Stato sabaudo nella Nuova Roma, con l'assunzione dell'oneroso impegno di ricostituirne, in qualche misura, la grandezza: pertanto, se nell'originale disegno massonico lo Stato Italiano doveva svolgere un ruolo di "cuscinetto" e, pertanto, di mantenimento della stabilità, il giovane Regno diventerà lo Stato più provocatore e guerrafondaio d'Europa fino al 1914 raggiungendo l'apice, come noto, nelle spropositate e grottesche ambizioni mussoliniane. A proposito della resa del 1943, si è parlato non inopportunamente di "morte della Patria", in quanto crollò in toto ogni ipotesi di realistica identificazione con la Romanità (unico elemento su cui si era tentato di costruire l'identità "nazionale"), ed emergeva la realtà di uno Stato che aggregava due entità socio-economiche, Nord e Sud, che, a parte il gettito fiscale della prima, non avevano nulla da condividere.
Al contrario, il più grande risultato della (parziale e migliorabile) costruzione europea è stato il venir meno della mera ipotesi di guerra europea: un risultato "colossale", assolutamente insperabile soli cent'anni fa.
Citazione di: Padano74 il 8 Marzo 2019, 12:28:16 PMOgni opinione è benvenuta ma dev'essere dimostrata
Personalmente non sono concorde nel vedere l'Europa (e l'euro) come l'origine di tutti i nostri mali.
Citazione di: johann il 8 Marzo 2019, 01:01:14 PML'unità d'Italia è stata condotta come una campagna di occupazione straniera (e con aiuti dall'estero), non soprende che l'identità nazionale ne sia ancora segnata.
Alcuni mali nostrani sono metastasi incancrenite che vengono dall'unita d'Italia, sono convinto che alcuni di questi sono praticamente irrisolvibili in quanto fusi nell'identita stessa dell'italia , identità che di fatto non essendoci mai stata veramente, ha fiinito per coincidere con la reputazione di riflesso che l'italiano medio crede di leggere nella considerazione degli altri popoli (da qui l'esterofilia viscerale e l'autocritica ai limiti del masochismo)
tuttavia secondo me su un substrato già compromesso di suo, l'avvento dell'oppressiva burocrazia tecnocratica europea con il suo carico da novanta rappresentato dall'euro sta indubbiamente portando al collasso il sistema
l'europa e' come una casa che si e' voluto costruire dal tetto (euro) invece che dalle fondamenta (storia condivisa e valori fondamentali) l'europa di oggi e' un assembramento di stati tenuto insieme solo da vincoli commerciali, per il resto nessuno sa realmente su quali basi (valori) giustifichiamo la nostra forzata coabitazione
Credo che la cupola ideologica progressista al potere in Europa tema più di ogni altra cosa che proprio questo argomento sia posto all'ordine del giorno da un nuovo fronte di autentici europeisti in "entrata" perché se fosse, sarebbero loro a dover prendere "l'uscita" di servizio
(senza tante illusioni) speriamo nelle prossime elezioni
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