« Modernisti » e « scismatici », due corpi e un’anima?

Aperto da Finnegan, 29 Giugno 2024, 12:21:46 AM

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Finnegan

La plus belle des ruses du diable est de vous persuader qu'il n'existe pas.
Charles Baudelaire

Il modo migliore per controllare l'opposizione è governarla noi stessi
Lenin

Per distruggere la Chiesa, se fosse umanamente possibile, non c'è nulla di meglio di caos e scismi. Ma le provocazioni di Bergoglio, dalla Pachamama intronata in Vaticano alle benedizioni alle coppie omo, da sole non bastano: è noto il silenzio più o meno complice della Gerarchia da sessant'anni a questa parte, per cui bisogna creare un'"opposizione" che dia un aiutino.
E così, come morsi dalla tarantola sorgono dal nulla sciami di parroci, vescovi e arcivescovi che, rimasti silenziosi fino al giorno prima, partono in quarta ad attaccare frontalmente il Papa e il Concilio.
Stavolta niente dubia né cattolica diplomazia: Papa e Concilio sono eretici, invalidi. Lo ha deciso il parroco, il tale vescovo, senza alcuno studio né dibattito serio. Come in una setta protestante, in un batter di ciglia un singolo vescovo può invalidare un Concilio, un parroco può deporre un Papa. Sembra di tornare ai tempi di Lutero (anche lui intronato in Vaticano): si moltiplicano sette, antipapi e fazioni.
Squadra che vince non si cambia: Bergoglio lancia la palla con la solita provocazione e il prelato di turno la coglie al balzo, per portare a compimento la demolizione di ciò che resta del papato e dell'unità della Chiesa. Meta assicurata: la credibilità di Chiesa e papato è ai minimi storici.
La protestantizzazione della Chiesa, cominciata con dottrina e liturgia, si compie con lo scompaginamento del corpo ecclesiale e la riduzione del papato a semplice titolo locale: ci sono due papi, anzi nessuno perché quello sul Soglio è eretico, non ha il munus che è andato sottoterra col Papa precedente, che regnerebbe dall'aldilà. Poco importa se queste ipotesi implicano l'invalidità dei Sacramenti, in ogni setta protestante che si rispetti sono un mero simbolo senza valore sostanziale, per cui i fieri oppositori non hanno riguardo a svilirli.
I (pochi) cattolici rimasti sono del tutto estranei a questo Teatro dell'Assurdo: il gioco gli è sfuggito di mano, ed è passato in altre mani. Che non sono certo cattoliche, perché si fanno gioco della Chiesa di Cristo. Riducendola a una commedia, in cui a ogni figurante si assegnano le parti di "progressista" e "conservatore" ma sempre con lo stesso risultato: il caos dottrinale, liturgico ed ecclesiale. Dai loro frutti li riconoscerete.
Appoggiandoci su fonti autorevoli già più volte citate (Paolo VI, Benedetto XVI, Romano Amerio, Marshall McLuhan) possiamo ragionevolmente prevedere che questa commedia degli errori continuerà fino a quando la Chiesa non sarà stata quasi completamente annientata (forse completamente in Europa, dove le chiese sono piene solo di anziani e pinzochere che non fanno figli). Sembra verosimile che il Signore farà crollare il Potere che la insidia un attimo prima che la Chiesa sparisca. Oppure, sarà quello stesso Potere a farne una sorta di instrumentum regni in un mondo divenuto già ora ingovernabile e privo dei più elementari valori etici e sociali. Come già accadde, più o meno, dopo la seconda guerra mondiale finché c'era da arginare il comunismo.
Certamente non potremo contare su soluzioni a breve termine, come afferma qualcuno, ad esempio il Conclave: i migliori tra i papabili se ne stanno in un assordante silenzio, e c'è da scommettere che da papi avranno le mani legate e faranno ancora meno del poco che fece Benedetto XVI.
Quindi non si pensi che tutto finirà con Bergoglio, perché la crisi della Chiesa è iniziata, almeno nella sua forma più evidente, sessant'anni fa e ora non può che accelerare.
Qualcosa di costruttivo e meno scismatico si potrebbe ancora fare, per esempio creare realtà ecclesiali sane. Ma non illudiamoci, haec est hora vestra et potestas tenebrarum: il gregge si è disperso e non si parla neppure la domenica in parrocchia; i pastori, chiusi nella loro torre d'avorio dietro le loro grandi scrivanie, sembrano imitare gli Apostoli il Venerdì Santo

Dopo i giudici e gli avvocati e i guardiani
E la luce delle torce rossa su facce sudate
Dopo il passare di notti ispirate
E le scosse lance e le luci tremanti
Dopo il finire di questa ispirazione
E le torce e le facce e le grida
Il mondo sembrò futile - come una gita domenicale.

T. S. Eliot

Dimenticavo: per dirla con Eliot, la Chiesa in Europa potrebbe finire

Not with a bang but a whimper
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ContraTenebras

Riporto una nota wikipedia che è molto aderente al tema. A me già basta.

https://it.wikipedia.org/wiki/Opus_sacerdotale_Amici_Isra%C3%ABl#:~:text=La%20Opus%20sacerdotale%20Amici%20Isra%C3%ABl,arcivescovi%20e%20circa%20duemila%20sacerdoti.


La Opus sacerdotale Amici Israël è stata una associazione internazionale nata a Roma nel febbraio del 1926 per promuovere all'interno della chiesa cattolica un atteggiamento favorevole agli ebrei e a Israele. Già dal primo anno di vita vi aderirono diciotto cardinali, duecento arcivescovi e circa duemila sacerdoti[1].

Descrizione
Al fine di operare una riconciliazione con gli ebrei, l'associazione cercava di capovolgere le antiche prese di posizione assunte dalla Chiesa: gli Amici di Israele richiedevano l'abbandono di ogni discorso sul deicidio, sull'esistenza di una maledizione sugli ebrei e sull'assassinio rituale.[2]

Le idee dell'associazione erano promosse tramite opuscoli scritti in latino e diffusi nel clero. La sua prima richiesta alla Chiesa fu di abolire l'aggettivo ''perfidis'', attribuito agli ebrei dalla liturgia del Venerdì Santo (Oremus et pro perfidis Judaeis), la preghiera essendo utilizzata come argomento per un antisemitismo che la chiesa cattolica romana propagava lei stessa nelle sue messe[3].

Il papa Pio XI chiese alla Congregazione dei Riti di operare una riforma, incaricando Schuster, che era nettamente a favore ed era fra gli Amici Israel, di seguire la questione. La Curia, però, ebbe una reazione molto negativa, culminata in un ''Votum'' durissimo del segretario del Santo Uffizio Merry del Val. Al di là della questione in sé il problema era di metodo: "se si inizia con una riforma liturgica non ci si ferma più". Si trattava, infatti, di una preghiera antichissima, "consacrata dai secoli"[4].

Se si fosse accettato di porre mano a una sua riforma, con che criterio si sarebbe potuto evitare di affrontare mille altri problemi liturgici e dottrinali sempre più evidenti? Sarebbe diventato inevitabile convocare un nuovo concilio, per il quale i tempi non erano ritenuti maturi.

La Congregazione per la Dottrina della Fede decise addirittura di sciogliere l'Associazione (25 marzo 1928) e impose una ritrattazione ai principali fautori della modifica liturgica compreso il futuro arcivescovo di Milano Schuster[5]. Nell'autorizzare questa decisione Pio XI volle che vi fosse inserita una ferma condanna dell'odio per gli Ebrei[6]:

«Come riprovano tutti gli odii e tutte le animosità fra i popoli, così massimamente essa, la Santa Sede, condanna l'odio contro un popolo già eletto da Dio, quell'odio cioè che oggi volgarmente suole designarsi col nome di antisemitismo»

(Acta Apostolicae Sedis, 1928)

Successivamente, tuttavia, due articoli di commento alla decisione pontificia a firma di Enrico Rosa (1870-1938) apparvero in "Civiltà Cattolica" e "L'Avvenire d'Italia"- due autorevoli fonti cattoliche, ritenute da molti i portavoce de facto della Santa Sede. Questi articoli, quindi, sono reputati da alcuni studiosi una sorta di interpretazione autentica del pensiero di importanti correnti entro la curia.

In tali prese di posizione Rosa si premurava di distinguere l'antisemitismo a base razziale, ritenuto "cattivo", dalla "sana percezione del pericolo proveniente dagli ebrei" per il bene del popolo cattolico a causa della loro crescente influenza politica e culturale e per il loro essere stati a guida delle grandi rivoluzioni, che a partire dal 1789 avevano perseguitato la Chiesa[3].

La questione degli Amici Israel e della proposta riforma liturgica - pur essendo indubbiamente un'occasione mancata di riconciliazione - mostra tuttavia secondo molti studiosi come siano false le tesi (Daniel Goldhagen) che accusano globalmente la Chiesa di antisemitismo, in quanto la vicenda stessa evidenzia le molti correnti presenti allora, anche ai vertici della Chiesa, fra le quali quella dei fautori di un avvicinamento fra le due grandi religioni monoteistiche (i più noti dei quali sono Schuster, Benedikt Gariador, Anton van Asseldonk)[7].


Finnegan

Le devastazioni della riforma liturgica sono messe in evidenza in questa sezione. Riprendendo Benedetto XVI, che disse che eravamo "ai limiti del sopportabile", oggi potremmmo aver passato quei limiti.
Per quanto riguarda una parte della Chiesa che scaccia i cristiani e gli mette fuori legge la Messa, si può definire ancora cattoliche e in che misura? In cosa crede DAVVERO il clero di questa psrte della Chiesa? Non ho la risposta a questa domanda ma rimane il fatto che per il solo inginocchiarsi alla Comunione si viene trattati peggio degli infedeli. Quindi: wuele fede professano costoro?
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Il Conte di Lautréamont

#3
Non siamo noi che ci dobbiamo riconciliare con gli Ebrei, ma sono gli Ebrei che si devono riconciliare con Gesù Cristo. Non aggiungo altro, per non mettere in pericolo il blog, visto che con ogni probabilità siamo osservati, ma su YouTube sono apparsi video in cui gli stessi rabbini hanno manifestato un certo disprezzo per il Cristianesimo. Accusare i cristiani di antisemitismo è semplice follia, tanto più che i primi cristiani erano Ebrei. Nel corso del medioevo ci sono stati indubbiamente episodi deplorevoli di persecuzione nei loro confronti, ma non furono mai autorizzati dalla Chiesa. Anzi ogni vescovato fu incaricato di vigilare sull'incolumità delle comunità ebraiche e infatti i ghetti normalmente non sono distanti dalle cattedrali. 

Finnegan

#4
Ognuno si prende la responsailità di queste dichiarazioni e incoraggio a non aprire topic sull'ebraismo, che comunque tralasciano le principali ragioni del cambiamento in atto
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Il Conte di Lautréamont

#5
La questione è molto semplice: non hanno voluto riconoscere il Messia per il semplice motivo che non volevano l'assimilazione con le altre culture. Rispetto questa loro decisione, ma non ci vegano a raccontare chi è stato Gesù, visto che ce lo hanno già spiegato 2000 anni fa proprio Ebrei come loro. Aggiungo anche un piccolo particolare non indifferente. Contrariamente a quello che scrivono, LORO sanno benissimo che il Messia era quello di 2000 anni fa, ma ormai il danno ( a loro stessi ) lo hanno fatto e devono reggere la parte fino in fondo. Infatti la prova che Gesù è il Messia deriva dal fatto che è stato crocifisso. Infatti la croce corrispondeva all'epoca al simbolo del Taw, ultima lettera dell'alfabeto paleo-ebraico, con cui si indicava il "Creatore" e quella era l'unica maniera che avevano a disposizione per rappresentare la sua divinità dal momento che era proibito raffigurarlo e pronunciare il suo nome. Il simbolo discendeva dalla lettura dei primi 5 versi della Genesi: qui la mano di Dio ( Akedah ) divise la luce dalle tenebre attraverso un gesto verticale che scendendo dall'alto al basso separò l'alba ( est ) dal tramonto (ovest) e poi attraverso un analogo gesto, ma orizzontale, la terra ( in basso ) dal cielo ( in alto ). La composizione dei due gesti dava il simbolo della croce "+" che loro hanno raffigurato fin dai tempi dell'ordinazione sacerdotale di Aronne. Tutti i sacerdoti ebraici, non solo il sommo rappresentante della religione ebraica, portavano indumenti che recavano questo simbolo di appartenenza a Dio. Le monetazioni degli Asmonei e di Erode il Grande ( II-I sec. a.C. ) riportavano ancora e con una certa assiduità il simbolo del Taw nonostante quasi più nessuno in quel periodo parlasse il paleo-ebraico. Ora vai a vedere che posto ha il taw ( croce ) nella loro religione di oggi. ZERO.

Il Conte di Lautréamont

Aggiungo anche che è un pò difficile non parlare di Ebraismo, visto che il Cristianesimo discende dall'Ebraismo. È come se mi fosse impedito di leggere e commentare i libri dell'antico Testamento, senza poi contare che i vecchi simboli dell'antica religione ebraica sono diventati simboli cristiani e Loro per questo motivo li hanno abbandonati. Pensa che hanno persino difficoltà a rappresentare l'Akedah e l'Etrog... e ho detto tutto!

Finnegan

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Il Conte di Lautréamont

Ma in realtà sono in argomento. Si sono dimenticati i simboli del Cristianesimo delle origini e con loro tutta la teologia a cui facevano riferimento. Guarda, la cosa è grave. È veramente inaudito che oggi la gente non sappia che cosa sia la croce e se fai domande anche negli ambienti ecclesiastici rispondono "passo". Non si tratta di ritornare ad essere il seme di senape, ma non è tollerabile che oggi l'albero di senape non solo non riesce a riconoscere il chicco da cui è nato, ma addirittura lo vuole combattere. E così, nel mio modo di vedere modernisti e scismatici sono facce della stessa medaglia: i primi vogliono un'altra pianta al posto della senape a costo di trasformare la Chiesa nell'albero in cui si è impiccato Giuda; i secondi che si appellano alle origini vengono additati come scismatici...praticamente l'equivalente dell'etichetta di "complottista" schifosamente appiccicata in campo religioso quando non si vuole argomentare teologicamente ). Se c'è qualcuno che vuole sostituirsi a San Paolo si faccia avanti, piuttosto che chiedere da parte dei modernisti il capopolo nelle file dei tradizionalisti. Non c'è bisogno di un capopolo: il timone ce lo da il Vangelo. Tutto quello che viene oggi insegnato di diverso da ciò che è stato scritto sia anatema. Ora dimmi te se lo scismatico può mai essere uno che cita i padri fondatori della Chiesa. In realtà i veri scismatici sono i modernisti che hanno effettuato un colpo di stato dentro il Vaticano e sappiamo anche come.

Finnegan

#9
Per me (e questo sì è un complotto) dietro c'è lo stesso regista che vuole disintegrare la Chiesa
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